Interferenti Endocrini: un elefante in una stanza?
L’Unione Europea li definisce come quelle “sostanze o miscele esogene che alterano la funzione del sistema endocrino e di conseguenza provocano effetti negativi sulla salute di un organismo intatto, o sulla sua progenie o (sotto) popolazioni". Si tratta di un gruppo eterogeneo di sostanze chimiche rintracciabili in alimenti, in molti prodotti di uso comune e nell’ambiente che ci circonda in grado di interferire con i nostri principali assi ormonali.
Per parlarne ho scelto l’espressione inglese “The Elephant in the Room” tipicamente utilizzata per indicare una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. L'espressione utilizza come termine di paragone l’immagine di un elefante dentro una stanza: sarebbe impossibile non notarlo!! Allo stesso modo accade per gli interferenti endocrini: si ha coscienza del problema ma pochi ne parlano.
Quali sono gli interferenti endocrini e dove si trovano? Iniziamo a familiarizzare con i più comuni fra loro:
Perfluorottano sulfonato (PFOS) e Acido perfluroottanoico sale ammonico (PFOA): sostanze facilmente riscontrabili in rivestimenti in tessuto idrorepellente e antimacchia, prodotti di carta per uso alimentare resistenti all’olio, rivestimenti antiaderenti.
Dietilesilftalato (DEHP): plastificante appartenente alla famiglia degli ftalati; usato per rendere più morbido il cloruro di polivinile (PVC). Lo troviamo in bottiglie, pellicole, vassoi, imballaggi. E’ stato dimostrato che altera la produzione di ormoni sessuali, diminuisce la fertilità, contribuisce alla predisposizione alla sindrome metabolica.
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): sono un gruppo di sostanze liberate durante i processi di combustione. Hanno un elevato potere tossicologico; non sono prodotti solo dall’inquinamento atmosferico ma anche dal fumo di sigaretta, il fumo di cottura di cibi alla brace, il fumo delle candele e degli incensi. Noto è il loro potere cancerogeno, in particolare per i tumori legati ad uno squilibrio ormonale, come il carcinoma della mammella, il tumore prostatico, e il tumore del polmone.
Bisfenolo A: sostanza ampiamente utilizzata nella realizzazione delle plastiche in policarbonato, lodata per le sue capacità di resistenza termica e meccanica e trasparenza. Si trova come rivestimento interno di contenitori per alimenti, bottiglie, carta termica degli scontrini, apparecchi odontoiatrici. Numerosi studi hanno dimostrato un ruolo di questa sostanza nell’insorgenza delle malattie tiroidee, nell’obesità e nella sindrome metabolica. Per questo motivo dal 2011 una legge ne vieta la sua presenza nei biberon dei più piccoli.
Rappresentano una reale minaccia per la nostra salute?
La crescente attenzione verso gli interferenti endocrini nasce da solide basi scientifiche che evidenziano le seguenti criticità:
Eterogeneità dei composti: siamo esposti continuamente e simultaneamente a molteplici sostanze
Capacità di interferire con numerosi assi ormonali: Sono sotto la lente di ingrandimento in particolar modo il sistema riproduttivo e la tiroide ma anche altri organi e/o apparati come sistema nervoso e immunitario, lo sviluppo pre e post-natale e la predisposizione a malattie metaboliche come sovrappeso/obesità e diabete.
Aspetti insufficientemente compresi: effetti additivi e/o sinergici derivanti dalla cronica e simultanea esposizione a basse dosi di molteplici sostanze; con particolare focus al periodo di esposizione (periodi vulnerabili del ciclo vitale)
Patologie croniche degenerative: sempre più evidenze scientifiche dimostrano come le patologie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, obesità, diabete, disturbi del comportamento alimentare, tumori, osteoporosi, ipercolesterolemia ecc…)abbiano una base endocrina
Suscettibilità individuale: dipendente dalla genetica così come dallo stile di vita e dall’alimentazione.
Ma più di tutto, il problema principale sembra essere legato alla ONNIPRESENZA di queste sostanze: plastiche, vernici, padelle antiaderenti, carta per alimenti, incensi, profumatori per la casa, imbottiture, abbigliamento, cosmetici ecc.. in quantità variabile, tutte questi oggetti contengono interferenti endocrini.
Ci possiamo difendere?
Il Ministero dell’Ambiente ha proposto un decalogo con i consigli più utili per ridurre e prevenire gli effetti degli interferenti endocrini. Ecco alcuni dei consigli forniti:
Non riutilizzare contenitori in plastica per alimenti e bevande usurati o “monouso”
Limitare l’uso di utensili da cottura antiaderenti se il rivestimento è usurato
Utilizzare la carta oleata o la pellicola a contatto con gli alimenti solo secondo le indicazioni del produttore!
Limitare la combustione di incenso e di fumo di candela, oltre al fumo di sigaretta nell’ambiente in cui si vive
Nella scelta di materiale per la casa limitare l’uso di PVC morbido contenente DEHP
Scegliere padelle e pentole senza PFOA
Ridurre il consumo di popcorn da cuocere al microonde avvolti in buste contenenti composti perfluorati (PFC)
Leggere sempre l’etichetta in merito a quali tipi di cibi possono essere avvolti da pellicole in PVC!
Evitare di carbonizzare gli alimenti ed eliminare sempre le parti bruciate
Ridurre l’apporto di cibi affumicati
Privilegiare metodi di cottura che non prevedano cotture ad alte temperature o la carbonizzazione di parti dell’alimento
Lasciare raffreddare un alimento prima di versarlo in un contenitore non specificatamente adatto alle alte temperature
Risciacquare bene frutta e verdura in scatola prima del consumo, privilegiare quella fresca, di stagione
A Gennaio 2018 l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza Alimentare) e l’ECHA (l’Agenzia europea delle sostanze chimiche) hanno aggiornato la lista delle sostanze chimiche proposte come pesticidi e biocidi in base alle loro proprietà di interferenza endocrina. Il piano aggiornato prevede la pubblicazione della guida nel giugno 2018.
Se non possiamo completamente eliminare queste sostanze dalla nostra vita, possiamo sicuramente conoscerle per fare scelte consapevoli!!
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