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Diario di una chetosi


Nell’articolo precedente abbiamo parlato di dieta chetogenica, di cosa si tratta, quali sono i suoi benefici e le sue controindicazioni.

Oggi parliamo di come si vive una dieta chetogenica.

Innanzitutto, intraprendere uno stile alimentare completamente diverso dalle normali abitudini stimola l’interesse, accende l’entusiasmo verso ciò che non si conosce, apre una sfida con sé stessi.

Si parla di regime alimentare, poiché richiede dedizione e attenzione, soprattutto quando si tratta di conciliare la dieta con le normali attività quotidiane.

Il primo giorno di dieta chetogenica appare come una novità, prevale la curiosità di vedere se si riesce ad arrivare a fine giornata.

Il secondo giorno sopraggiunge un po’ di mal di testa, una lieve sensazione di affaticamento; che scompare al terzo giorno.

Anzi l’aumento dei chetoni in circolo fa sentire molto più energici!!

Ma perché la cefalea al secondo giorno?

La restrizione calorica e la scarsa presenza di carboidrati favorisce il consumo di acidi grassi a scopo energetico. Dall’ossidazione degli acidi grassi si ottiene un prodotto chiamato Acetil-CoA. In condizioni normali questa sostanza viene ossidata nei mitocondri in presenza di acido piruvico, una molecola terminale del metabolismo degli zuccheri.

Tuttavia, in assenza di zuccheri, l’Acetil-CoA in eccesso viene trasformato in corpi chetonici, noti come acetoacetato, 3 beta-idrossibutirrato e acetone. Questo processo prende il nome di chetogenesi.

La maggior parte dei tessuti periferici si adatta ad utilizzare questa nuova fonte energetica. In particolare, il cervello, massimo consumatore di zuccheri, utilizza i corpi chetonici come fonte energetica alternativa, essendo in grado di oltrepassare la barriera ematoencefalica.

Il passaggio da un metabolismo prevalentemente glucidico a quello prevalentemente lipidico è responsabile della cefalea riscontrata da almeno 1/3 dei pazienti. Fortunatamente si tratta di un effetto transitorio destinato a regredire entro 72 ore.

I giorni successivi si vivono con più facilità, preparare al mattino gli spuntini per la giornata e la colazione salata del mattino sembra ormai una normale abitudine!

A volte insorge una lieve alterazione della funzione intestinale, facilmente risolvibile con l’assunzione dei fermenti lattici e di molta acqua.

Per verificare l’efficacia della dieta e il reale stato di chetosi si può eseguire il keturtest al 4° giorno di dieta. Il cambiamento del colore delle striscette indicherà il raggiungimento dell’obiettivo.

Ma poi ci si chiede … E se il mal di testa fosse stato la conseguenza di un’ipoglicemia?

Per conferma si può facilmente dosare la glicemia con un glucometro… glicemia ottenuta 75 mg/dl.. PERFETTA!!

Come si fa a non andare in ipoglicemia se non si assumono zuccheri?

L’apporto proteico garantisce la stabilità della glicemia attraverso la gluconeogenesi epatica e ciò favorisce la secrezione basale d’ insulina, tappa fondamentale per mantenere stabili i corpi chetonici ed impedire l’instaurarsi di una chetoacidosi patologica (come accade nel diabete mellito di tipo 1).

La dieta chetogenica, ipocalorica, ipoglucidica, normoproteica e iperlipidica rappresenta una valida scelta per un rapido calo ponderale, una riduzione del senso di fame e un mantenimento della massa muscolare.

Tuttavia, molti dati attualmente disponibili sul calo ponderale con dieta chetogenica fanno riferimento a periodi di osservazione di breve-media durata, pertanto sono necessari studi più approfonditi per parlare di reale efficacia in ambito clinico.

Quello di cui possiamo essere certi è che la dieta chetogenica, al momento, rappresenta una valida alternativa terapeutica per la gestione multidisciplinare del peso, insieme all’educazione comportamentale e le modifiche dello stile di vita.

Per qualche consiglio alimentare sulla dieta chetogenica visitate la sezione “Ricette”.

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