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Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.


Non esiste vita senza acqua. L’acqua è un elemento, simbolo di vita. Siamo fatti di acqua, in una percentuale variabile dal 75% (nel bambino) a circa il 50% (nell’anziano).

E’ importante, per questo motivo, assicurare una costante e buona idratazione.

Ma le acque sono tutte uguali?

Iniziamo da alcune definizioni che ci aiutano a leggere e comprendere le etichette delle bottiglie:

Residuo fisso: Indica il contenuto di sali minerali sciolto in un litro di acqua. Le acque con residuo fisso più alto, hanno più sali sciolti all’interno. Normalmente il residuo fisso è calcolato a 180° e in base a questo classifichiamo le acque in:

- “minimamente mineralizzata” (residuo fisso < 50 mg/L): totalmente carente di sali minerali e sodio

- “oligominerale o leggermente mineralizzata”: residuo fisso < 500 mg/L contiene poco sodio

- “medio minerale”: residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/L

- “ricca di sali minerali”: residuo fisso > 1000 mg/L

PH: Il ph della maggior parte delle acque minerali in commercio varia tra 6.5 e 8.

Conducibilità elettrica: riflette il contenuto minerale; più elevata è la conducibilità, più è elevato il contenuto minerale. Conducibilità suggerita: 100-700 µS/cm

Durezza: indica il contenuto dei Sali di calcio e magnesio sciolti nell’acqua. La durezza dell’acqua si misura in gradi francesi (°F). Il grado di durezza influenza il sapore dell’acqua. Ne derivano acque dolci (< 5°F), semi dure (5-20°F), dure (21-30°F).

Nitrati: se in eccesso ostacolano il trasporto di O2 nel sangue, per questo il limite è 45 mg/L per le acque minerali e 10 mg/L per quelle destinate ai bambini. Il contenuto di nitrati nell’acqua è riconducibile all’eccessiva presenza nel suolo di fertilizzanti chimici, scarichi civili o industriali. E’ indicativo del grado di inquinamento della sorgente.

Nitriti: dovrebbero essere assenti (limite consentito < 0.02mg/l)

E’ giusto consigliare sempre un’acqua povera di sodio?

Nonostante i messaggi pubblicitari siano sempre più orientati a promuovere il consumo di acque a basso contenuto di sodio, al fine di stimolare la diuresi, ridurre la ritenzione, garantire la purificazione del corpo ecc.., la scelta del tipo di acqua potabile non è sempre così scontata.

Anzi… in alcune condizioni cliniche, la giusta scelta dell’acqua potrebbe essere fondamentale.

Vediamo alcune condizioni in cui individuare l’acqua più adatta aiuta a ridurre i sintomi:

Alimentazione di neonati: acqua minimamente mineralizzata per la ricostituzione di alimenti e latte

Acidità di stomaco: acqua ricca in bicarbonato (HCO3 > 600 mg/l)

Stipsi: acqua ricca in solfati (> 200 mg/l)

Stipsi/malattie epatiche: acqua ricca in cloro (> 200 mg/l)

Gravidanza/menopausa/accrescimento: acqua ricca in calcio (> 150 mg/l)

Cattiva digestione: acqua acidula, ad alto contenuto di anidride carbonica libera (> 250 mg/l)

Calcolosi renale: acqua oligominerale o leggermente mineralizzata (residuo fisso < 500 mg/L)

Anemia sideropenica (da carenza di ferro): acqua ferruginosa (ferro bivalente >1 mg/l)

Ipertensione: acqua a basso contenuto di sodio (< 20 mg/l)

Attività fisica: acqua ad elevato contenuto di sodio (> 200 mg/l)

Ed ora a voi la scelta!!

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